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La famiglia d’Avalos, di origine castigliana, è una delle casate nobiliari più prestigiose della storia italiana. Le sue radici risalgono alla nobiltà castigliana del XIV secolo, con Ruy López Dávalos, conte di Ribadeo, come capostipite. I suoi figli, Iñigo, Alfonso e Rodrigo, seguirono Alfonso V d’Aragona nella conquista del Regno di Napoli nel 1442. Fu proprio in questa fase che la famiglia si trasferì in Italia, segnando l’inizio di una straordinaria ascesa sociale e politica.
Iñigo d’Avalos, capostipite del ramo italiano, ottenne numerosi feudi e incarichi prestigiosi grazie alla sua lealtà alla corona aragonese. Il suo matrimonio con Antonella d’Aquino, ultima discendente della nobile famiglia d’Aquino, gli consentì di acquisire la contea di Monteodorisio e il marchesato di Pescara. Questi territori avrebbero costituito le basi del potere della famiglia nel Regno di Napoli, consolidando la posizione dei d’Avalos come una delle dinastie più influenti del sud Italia.
Il XVI secolo rappresentò l’apice della potenza della famiglia d’Avalos. Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto, si distinse come capitano generale delle truppe imperiali di Carlo V, giocando un ruolo cruciale nelle guerre d’Italia. La sua abilità militare e diplomatica contribuì a rafforzare la posizione della famiglia tra le principali dinastie europee. Parallelamente, Ferrante Francesco d’Avalos, marchese di Pescara e marito della poetessa Vittoria Colonna, fu un altro grande condottiero al servizio di Carlo V, celebre per il suo ruolo determinante nella battaglia di Pavia del 1525.
Oltre a Ferrante Francesco e Alfonso, altri membri della famiglia ricoprirono incarichi di rilievo: Rodrigo d’Avalos ottenne il feudo di Ceppaloni dall’imperatore Carlo V, mentre Innico d’Avalos fu nominato Gran Giustiziere del Regno di Napoli, influenzando profondamente la vita politica e giudiziaria del regno. Il loro contributo alla stabilità del Regno di Napoli e alla difesa delle sue frontiere fu inestimabile.
Innico I d'Avalos
Oltre alla loro influenza politica e militare, i d’Avalos furono celebri per il loro mecenatismo. Durante il Rinascimento, la famiglia promosse le arti e la cultura, attirando attorno a sé artisti, poeti e filosofi. Vittoria Colonna, moglie di Ferrante Francesco d’Avalos, trasformò le residenze della famiglia, come il Castello Aragonese di Ischia, in autentici cenacoli culturali. La sua corrispondenza con Michelangelo Buonarroti e la sua produzione poetica testimoniano il fermento culturale che circondava la famiglia.
Le dimore della famiglia d’Avalos sono tra le testimonianze più emblematiche del loro prestigio e potere. Tra queste spicca il Castello Aragonese di Ischia, un tempo centro culturale e politico di rilevanza internazionale, e il Palazzo d’Avalos a Vasto, costruito nel XVI secolo come centro amministrativo del marchesato del Vasto, che rappresenta uno splendido esempio di architettura rinascimentale. Altrettanto significativo è il Castello di Monteodorisio, acquisito attraverso il matrimonio di Iñigo d’Avalos con Antonella d’Aquino, che rivestì una funzione sia amministrativa sia difensiva.
Vittoria Colonna
A Napoli, il Palazzo d’Avalos, situato nel cuore della città, fu per lungo tempo una delle più prestigiose residenze urbane della famiglia, sebbene venisse venduto nel XIX secolo. Infine, il Palazzo d’Avalos a Procida, un tempo residenza nobiliare, è oggi ricordato per la sua successiva trasformazione in carcere, ma rimane un importante simbolo della presenza della famiglia sull’isola. Queste residenze, oltre a svolgere funzioni amministrative e difensive, incarnavano il potere e la magnificenza dei d’Avalos, lasciando un’impronta indelebile nella storia culturale e architettonica italiana.
La famiglia d’Avalos fu tra le più attive nel panorama militare italiano ed europeo. Durante il XVI secolo, Ferrante Francesco d’Avalos, marchese di Pescara, giocò un ruolo cruciale nelle campagne militari di Carlo V. Il suo strategico contributo alla battaglia di Pavia del 1525, dove le truppe imperiali sconfissero i francesi e catturarono Francesco I, rimane una delle imprese più celebri della storia militare rinascimentale.
Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto, si distinse anch’egli come capitano generale dell’esercito di Carlo V. La sua reputazione come abile condottiero fu accresciuta dalle vittorie nelle guerre d’Italia, ma anche dalla sua capacità di mediazione diplomatica tra le varie potenze europee.
Nel 1704, l’imperatore Leopoldo I d’Austria conferì al marchese Cesare Michelangelo d’Avalos il titolo di Principe del Sacro Romano Impero, insieme al diritto di battere propria moneta e nominare conti. Sebbene Cesare non avesse istituito una zecca autonoma, si limitò a commissionare una serie di coniazioni d’oro e argento presso la zecca di Augsburg nel 1706 e un mezzo ducato d’oro alla zecca di Napoli nel 1707. Queste coniazioni, simbolo del prestigio della famiglia, sono tuttora considerate un esempio della loro magnificenza.
La genealogia della famiglia d’Avalos si estende per oltre sei secoli, intrecciandosi con le principali casate europee. Oltre ai rami principali dei marchesi di Pescara e del Vasto, la famiglia annoverava rami collaterali che detennero feudi minori, come quello di Ceppaloni.
Diploma del 2 marzo 1704, Leopoldo I d'Austria, confermò al marchese Cesare Michelangelo d'Avalos il titolo di Principe del Sacro Romano Impero - Visibile al seguente link
Con la crisi della nobiltà feudale nel XVIII secolo e l’avvento delle riforme napoleoniche, anche i d’Avalos, come molte altre casate italiane, subirono una riduzione delle proprie prerogative politiche ed economiche. Tuttavia, la famiglia seppe adattarsi ai mutamenti epocali, mantenendo il controllo su alcune delle loro principali proprietà.
Nel corso del XIX e XX secolo, il patrimonio immobiliare della famiglia fu progressivamente ridimensionato, anche a causa delle difficoltà economiche che colpirono molte famiglie nobiliari. Tra gli eventi più significativi vi fu la vendita di alcune delle dimore storiche, tra cui il Palazzo d’Avalos a Napoli. Tuttavia, il Castello Aragonese di Ischia rimase per lungo tempo un simbolo della grandezza familiare, attirando ancora oggi l’attenzione degli studiosi e dei turisti.
L’eredità dei d’Avalos non è solo di tipo materiale, ma anche culturale. Il loro contributo alla storia italiana e europea si manifesta nelle opere d’arte, nei monumenti e nei documenti storici che portano il loro nome. Il loro ruolo di mecenati durante il Rinascimento ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura italiana.
Inoltre, la famiglia è stata oggetto di numerosi studi accademici, con pubblicazioni che analizzano la loro influenza politica, militare e culturale. Tra le fonti principali vi sono opere conservate presso gli archivi storici di Napoli e la vasta documentazione presente nei fondi imperiali di Vienna, che attestano il loro legame con la corte di Carlo V.
L’attuale capo della famiglia è Don Andrea d’Avalos d’Aquino d’Aragona, nato a Londra il 23 febbraio 1971. Figlio di Francesco d’Avalos (1930–2014), VI duca d’Avalos e compositore, e di Antonella Nughes-Serra, Andrea rappresenta l’ultimo discendente diretto della famiglia. Egli detiene i titoli di Principe del Sacro Romano Impero, Marchese di Pescara, Marchese del Vasto e Patrizio Napoletano, continuando a portare avanti il prestigio del nome d’Avalos.
Arma d'Avalos d'Aquino d'Aragona
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